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UNESCO e SIMA insieme per la scuola post-Covid

UNESCO e SIMA insieme per la scuola post-Covid

Per il benessere degli studenti e un miglior rendimento scolastico, da settembre più attenzione alla qualità dell’aria in aula
Pubblicate su “The Lancet Public Health” le proposte per la scuola post-Covid a cura della Cattedra UNESCO per l’educazione alla salute e lo sviluppo sostenibile e della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA). L’articolo, a firma di Annamaria Colao, Prisco Piscitelli, Manuela Pulimeno, Salvatore Colazzo, Alessandro Miani e Stefania Giannini (ex Ministro dell’Istruzione e oggi Vicedirettrice dell’UNESCO, con delega all’educazione), è un invito a fare della sospensione delle lezioni, causata dalla pandemia, un’occasione per ripensare il ruolo sociale della scuola, che negli ultimi anni ha subito una crescente sottovalutazione (1).
“Tra i vari aspetti legati alla pandemia da Covid-19 e alle conseguenti restrizioni adottate da quasi tutti gli Stati, una criticità in parte trascurata riguarda la chiusura delle scuole e l’impatto psicologico sulla salute dei bambini e degli adolescenti dopo il confinamento nelle proprie case per oltre due mesi, peraltro con prospettive incerte su tempi e modi per un ritorno a scuola ma anche a una normale socialità nel prossimo futuro” – spiega Annamaria Colao, titolare della Cattedra UNESCO della Federico II di Napoli -. “Le peggiori conseguenze di questo arresto temporaneo sono patite dai bambini già maggiormente vulnerabili a causa di disabilità, bisogni educativi speciali (BES), nutrizionali e di salute, ovvero economicamente svantaggiati. Oltre alla possibile mancanza di un adeguato supporto da parte dei genitori a casa, le principali difficoltà sorgono per gli alunni poveri ed emarginati anche nell’accesso alle risorse di apprendimento digitale”.
L’emergenza Covid-19 rivela che la scuola non realizza solo una missione educativa finalizzata all’acquisizione di conoscenze, che abbiamo scoperto almeno in parte raggiungibili anche con la didattica a distanza, ma soddisfa anche le esigenze di socializzazione dei giovani e di inclusione dei più svantaggiati. Oltre agli obiettivi di apprendimento, la principale mission della scuola è quella di accrescere in ogni studente talenti e attitudini, insieme alle complesse capacità richieste dal vivere sociale, le cosiddette “life skills”. La qualità delle interazioni tra insegnanti e studenti, così come quella degli approcci educativi, sono fattori cruciali per un apprendimento significativo e trasformativo, in grado di ampliare gli orizzonti dei giovani e generare menti aperte e responsabili.
Pertanto, potrebbe essere necessario ripensare i percorsi formativi degli insegnanti alla luce della promozione del benessere degli studenti, strettamente correlato al rendimento scolastico. In questa prospettiva, gli insegnanti non dovrebbero solo fungere da guide sul piano cognitivo, ma diventare veri e propri “emotional trainers” e promotori di salute (health promoters) dei loro studenti, stimolando in modo proattivo l’acquisizione e il mantenimento di stili di vita sani (attività fisica, igiene personale, corretta alimentazione) tra le giovani generazioni, rendendole consapevoli delle conseguenze dei comportamenti a rischio sia sul singolo che sulla salute collettiva. Inoltre, gli interventi educativi volti a promuovere il benessere dei giovanissimi a scuola rappresentano anche la strategia anti-bullismo più efficace e, allo stesso tempo, faciliterebbero il percorso scolastico degli allievi più svantaggiati.
Secondo Alessandro Miani, Presidente SIMA: “La promozione del benessere in ambito scolastico può rappresentare la leva per una vera cultura della salute basata sulla conoscenza, in grado di influire non solo sui comportamenti degli studenti, ma anche sulle loro famiglie e comunità, nella prospettiva di un futuro sostenibile. L’educazione alla salute così come l’educazione ambientale dovrebbero essere integrate nei curricula scolastici all’interno di materie scientifiche o affrontate separatamente come materie extracurricolari”.
Giunge in contemporanea anche la pubblicazione sulla rivista “Health Promotion Perspectives” di specifiche raccomandazioni predisposte dalla Cattedra UNESCO e da SIMA per garantire un’adeguata qualità dell’aria nelle classi (3). Quindici punti che vanno dallo stop al sovraffollamento delle classi all’importanza dell’igiene personale degli alunni fino all’ottimale ventilazione e pulizia delle aule; dall’installazione di termostati e dal monitoraggio continuo di Radon e PM10/PM2.5 alla piantumazione di barriere verdi intorno agli edifici scolastici, valutando anche l’opportunità di utilizzare per l’indoor piante in grado di assorbire inquinanti e l’uso di purificatori d’aria capaci di eliminare anche i virus.

1. https://www.thelancet.com/journals/lanpub/onlineFirst
2. https://en.unesco.org/covid19/educationresponse/globalcoalition
3. http://hpp.tbzmed.ac.ir/Files/Inpress/hpp-32165.pdf

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