Premio Amato Lamberti, con allerta sulle mafie, a tre ricercatori delle università di Napoli, Teramo e Milano
di Angelo Cirasa
“Solo i giovani possono dare nuova voce alla voglia di legalità delle nostre terre, ecco dunque la necessità di proseguire nell’intento di dare voce a chi ha sete di partecipazione”. Sono le parole di Amato Lamberti, sociologo e politico che per primo ha unito il rigore scientifico della ricerca universitaria e l’impegno civile.
Il Premio nazionale “Amato Lamberti” in tal senso è un riconoscimento di grande valore, molto diverso dalle consuete passerelle estive per collezionisti di targhe. Il premio Lamberti ha un grande valore civile e lo testimoniano la qualità dei lavori dei ricercatori che hanno vinto e che hanno ricevuto il riconoscimento nel corso di una cerimonia centioordinata da Nino Daniele, presidente del Premio. Le borse di studio, del valore di 1.000 euro ciascuna, sono state assegnate a Marianastasia Letizia (Università degli Studi di Napoli “Federico II” – Dipartimento di Scienze Sociali) e a Mattia Fossati (Università degli Studi di Milano – Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici) per le tesi di dottorato, e a Sara Cipriani (Università degli Studi di Teramo – Dipartimento di Giurisprudenza) per la tesi di laurea magistrale. Lavori importanti sui temi della legalità, della violenza minorile, del narcotraffico su cui si fondano ancora clan imponenti come quelli colombiani. Lavori scelti tra decine di ricerche ben approfondite valutate da una prestigiosa commissione scientifica di cui fanno parte tra gli altri Giuseppe Amarelli, Luciano Brancaccio, Stefano d’Alfonso.
Una giornata importante anche perché un po’ in controtendenza con la cosiddetta narrazione predominante: il procuratore Aldo Policastro e il presidente onorario del premio, l’ex procuratore nazionale antimafia Franco Roberti in particolare hanno lanciato un monito potente di allerta sulla presenza sempre forte e aggressiva sebbene più silente delle mafie. Un giudizio in linea con quanto sosteneva sempre Lamberti che della sua azione civile e politica ha lasciato tracce in molti ma che oggi sembra essere stata messa un po’ in disparte da chi, politici, giornalisti, inflouencer, si lasciano abbagliare da una situazione di apparente “calma”. Eppure proprio a Napoli le sparatorie e le aggressioni anche in quei quartieri più “venduti” della città come Sanità e Quartieri spagnoli non mancano. Quartieri nei quali evidentemente, per chi vuol vederla, la riverniciata tanto sbandierata comincia a far emergere la vera natura di quei protagonisti, laddove si vedono i tanti investimenti fatti e soprattutto quelli milionari previsti che inevitabilmente stanno facendo riemergere le mai sopite voglie predatorie dei clan lla camorra locali con i soliti nomi presenti. Di giorno dediti a vendere i vicoli al turismo, di notte dunque pronti a preparare nuovi affari e nuove lotte, a fronte di chi autenticamente spera in una bonifica sociale però molto difficile. A ciò va aggiunto il grave fenomeno delle baby gang e della violenza minorile come nuova ragionata affermazione del potere, con le ormai tristemente note “stese”, talaltra con una più istintiva prepotenza da manifestare con coltelli sfoderati al primo sguardo non acquiescente.
Ed è importante che questa allerta sia stata fatta in quella che fu la casa di Amato Lamberti, il Comune di Napoli, nei primi anni ‘90 quando si inventò l’assessorato alla Normalità ovviamente a lui affidato all’alba di quel primo di numerosi (forse troppi) rinascimenti napoletani.
Dunque un premio che rappresenta un orgoglio grande per chi lo ha costruito e per chi lo ha ricevuto in queste dodici edizioni costruite per volontà della moglie di Lamberti, la professoressa Roselena Glielmo, del politico (e filosofo) Nino Daniele, compagno di mille battaglie di Lamberti, del giornalista Arnaldo Capezzuto colonna portante dell’evento, uniti in questo titanico sforzo di tenere alti i valori che si riconoscono nel nome di Amato Lamberti che per i giornalisti d’inchiesta ha sempre rappresentato un riferimento essenziale, a cominciare da Giancarlo Siani, e non solo.
Al termine della cerimonia e degli interventi sono poi state consegnate alcune targhe speciali all’operatrice teatrale e presidente dell’associazione “Femminile Plurale”, Marina Rippa, alla presidente dell’associazione “Figli in Famiglia”, Carmela Manco, e allo scrittore ed editore Rosario Esposito La Rossa. In conclusione hanno portato il proprio saluto il sindaco Gaetano Manfredi, che patrocina l’evento, e gli assessori Teresa Armato (per alcuni anni vicepresidente della Provincia di Napoli quando al suo vertice c’era proprio Lamberti) e Antonio De Iesu (già questore di Napoli). Mecenati dell’iniziativa tra gli altri Giovanni Lombardi con la sua Tecno, il Caffè Gambrinus che ritrovò il ruolo e la dimensione di luogo di incontro e cultura proprio negli anni di presidenza di Lamberti.