Cultura

Inaugurata allo SMMAVE Allegra Hicks “Ti Porterò nel Sangue”

È stata inaugurata, allo SMMAVE – Centro Per l’Arte Contemporanea fondato da Christian Leperino, la mostra di Allegra Hicks “Ti Porterò nel Sangue” a cura di Mario Codognato.

Il progetto espositivo appositamente elaborato per il suggestivo spazio dell’Ipogeo della Chiesa  della Misericordiella nel quartiere dei Vergini –aggiunge un altro tassello importante alla carriera artistica di Allegra Hicks, già suggellata nelle recenti esposizioni ospitate alla Baert Gallery e Palazzo Polignac a Venezia.

Confrontandosi con lo spazio della Misericordiella, l’artista rende omaggio alla storia di Napoli, proseguendo la sua originale reinterpretazione dell’immaginario partenopeo, nella decodificazione di segni tangibili  e nelle suggestioni presenti sul luogo, dando così vita ad un racconto che accompagna l’osservatore in una narrazione che trova nel rapporto tra sacro e profano la sua radice.

Ecco che dalle  viscere della terra esce una traccia rosso sangue che si cristallizza in un’immensa goccia che pende da un lato dello spazio, a farle da contraltare, un’ immagine più eterea  della stessa che nella luce rivela il suo segno dal sapore volutamente  diafano e spettrale che attrae lo sguardo dello spettatore fino ad assorbirlo, a risucchiarlo dentro uno spazio indefinibile.

Nessuna città al mondo, forse, – dice il curatore Mario Codognato  –riesce a far trasudare così senza tregua l’energia vitale che la contraddistingue, come se tutte le contraddizioni dell’umanità venissero a galla, attraverso il suo magma di storia e contemporaneità, di voci e rumori, di mare e di cemento, di cielo e di odori forti, di luce e di tattilità. E di colori, quei colori che Sonia Delaunay chiamava la pelle del mondo, rivestendo dipinti ed abiti, tessuti e automobili. “

Nella sua installazione Allegra Hicks attraverso l’immagine della goccia reitera non solo il simbolo ma anche la ricostruzione materiale e tangibile della fluidità e della trasformazione continua delle cose e dell’esistenza, della fragilità delle relazioni umane. Come un alchimista, l’artista, fonde disegni e materiali, colori ed oggetti in un unicum, che emerge come un qualcosa di nuovo e deliberatamente non riconducibile ad una definizione precisa, appunto come una sostanza liquida nell’apparenza e nelle intenzioni, anche quando è solida.

In occasione dell’esposizione, ad introdurre il pubblico all’opera dell’artista, saranno alcuni suoi lavori, allestiti nel percorso di accesso all’ipogeo, una selezione di tele in cui Allegra Hicks si sofferma sulle rappresentazioni degli organi da intendersi come strumenti funzionali e necessari alla comprensione di percorsi che attraversano i luoghi. Gli elementi del corpo diventano così fondamentale preludio per l’intuizione di quanto verrà raccontato nell’Ipogeo.

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