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HARAVEC, gli esperimenti del principe di Sansevero nelle illustrazioni di Daniela Pergreffi

Museo Cappella Sansevero in collaborazione con Off Gallery presenta la mostra HARAVEC

Gli esperimenti del principe di Sansevero nelle illustrazioni di Daniela Pergreffi

31 gennaio > 4 marzo

Off Gallery – Via Raimondo di Sangro, 20

Museo Cappella Sansevero – Via Francesco De Sanctis, 19/21

 

Il Museo Cappella Sansevero, in collaborazione con Off Gallery, presenta “HARAVEC | Gli esperimenti del principe di Sansevero nelle illustrazioni di Daniela Pergreffi”, che apre al pubblico mercoledì 31 gennaio.

Quattordici tavole a colori realizzate con l’intento di offrire, per la prima volta, una rappresentazione visiva dei principali esperimenti del principe di Sansevero e di esplorare in maniera inedita le geniali invenzioni di Raimondo di Sangro: i farmaci miracolosi, le gemme artificiali, il vetro colorato, il lume perpetuo, la riproduzione del miracolo di San Gennaro e tante altre.

La mostra, curata dalla direttrice del Museo Cappella Sansevero, Maria Alessandra Masucci, è ospitata nello spazio Off Gallery in via Raimondo di Sangro 20 (di fronte all’ingresso laterale della Cappella Sansevero).

In contemporanea, all’interno della navata della Cappella Sansevero sarà esposta l’illustrazione della carrozza marittima, affiancata all’incisione settecentesca originale.

La collaborazione con Off Gallery, spazio dedicato all’arte contemporanea curato da Beniamino Manferlotti, conferma lo spirito di apertura del Museo Cappella Sansevero nel promuovere nuovi progetti artistici che coinvolgono il territorio e le sue realtà culturali più dinamiche.

L’evento, che apre al pubblico a ridosso del compleanno di Raimondo di Sangro VII principe di Sansevero (Torremaggiore, 30 gennaio 1710 – Napoli, 22 marzo 1771), celebra l’ingegno del grande pensatore del Settecento, spregiudicato e affascinante, sperimentatore instancabileintellettuale outsider, vissuto con le sue idee in un’epoca tanto diversa e lontana da quella attuale, ma che, tuttavia, sembra collocarsi nella più stretta prossimità del nostro tempo.

Oltre che ideatore del progetto iconografico dell’omonima Cappella e committente dei capolavori in essa custoditi, il principe di Sansevero fu infatti un letterato, un editore clandestino, primo Gran Maestro della Massoneria napoletana, ma soprattutto un prolifico inventore, un Haravec, come lui stesso si definisce nella sua principale opera letteraria, ricorrendo all’antica lingua degli Incas del Perù precolombiano: “Conviene all’Autore il nome d’HARAVEC, che, a rigorosamente disaminarne il significato, vale lo stesso che INVENTORE” (dalla “Lettera Apologetica dell’Esercitato Accademico della Crusca contenente la Difesa del libro intitolato Lettere d’una Peruana per rispetto alla supposizione de’ Quipu scritta alla Duchessa di S**** e dalla medesima fatta pubblicare”, Napoli 1750).

All’interno dei sotterranei del suo palazzo, in largo San Domenico Maggiore, il principe sperimentò nei più disparati campi delle scienze e delle arti: dalla chimica all’idrostatica, dalla tipografia alla meccanica, dalla pirotecnica alla medicina. Tuttavia, la sua concezione esoterica del sapere ha fatto sì che quasi tutti i “segreti” delle sue invenzioni – come scrisse Giuseppe Maria Galanti nel 1792 – “o sono morti con lui, o giacciono ignoti in qualche angolo della sua casa”.

Infatti, a causa delle poche testimonianze materiali, per reperire informazioni sulla poliedrica attività sperimentale di Raimondo di Sangro, è necessario attingere alle fonti, letterarie e d’archivio.

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