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Divina Archeologia: 56 reperti in mostra al MANN per Dante700

Un’ideale connessione tra iconografia classica, cultura medioevale e sensibilità contemporanea: la mostra “Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia di Dante nelle collezioni del MANN”, in programma al Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal 6 dicembre 2021 al 2 maggio 2022, lega il Sommo Poeta agli autori antichi che, con il linguaggio dell’arte, narrarono le figure leggendarie presenti nel poema dell’Alighieri. Come i suoi contemporanei, Dante conosceva la mitologia classica quasi esclusivamente attraverso le fonti letterarie: in un certo senso, i cinquantasei reperti dell’esposizione “Divina Archeologia” ci lasciano immaginare lo scrittore fiorentino accanto a vasi, statue, rilievi, monete, che egli certamente non vide con i suoi occhi, anche se, con la forza della parola, riuscì a ricrearne la suggestione visiva.  L’esposizione, che rientra nelle celebrazioni di Dante700 promosse dal MiC, è presentata nelle sale degli Affreschi del MANN: non casuale l’allestimento in questi spazi che, tra le decorazioni delle volte, ospitano anche un celebre ritratto dell’Alighieri (1888) firmato dal pittore Paolo Vetri (1855-1937). E’ questo sguardo che, dalla sala dei Culti Orientali  del Museo, sembra quasi accompagnare il visitatore attraverso due sezioni espositive: i racconti del mito; i personaggi del mito e della storia.

Perché Dante al Museo? Il Sommo Poeta fu tra i primi che, nel Medioevo, fece una riflessione sulla cultura antica, basandosi sulle fonti letterarie, quando ancora non esisteva una ‘coscienza archeologica’. Come Maestro e accompagnatore, tra Inferno e Purgatorio, Dante scelse Virgilio che, peraltro, è fortemente legato alla città di Napoli: l’autore dell’Eneide ha ispirato anche numerose leggende, entrate nella nostra tradizione culturale. Il MANN, ancora, ha uno straordinario patrimonio che consente di allestire un vero e proprio repertorio di personaggi, reali e fantastici, che compaiono nel racconto della Divina Commedia”, commenta il Direttore del Museo, Paolo Giulierini.  

Curata da Valentina Cosentino (archeologa/ Segreteria Scientifica del MANN), realizzata con il contributo della Regione Campania, la mostra si avvale della collaborazione scientifica e organizzativa del prof. Gennaro Ferrante e delle dott.sse Fara Autiero e Serena Picarelli (Illuminated Dante Project, Università degli Studi di Napoli “Federico II”). Grazie alla rete con l’Ateneo Federiciano, si è scelto di presentare in mostra le immagini fotografiche ad alta risoluzione delle miniature presenti in alcuni manoscritti medioevali del poema dantesco: i codici, che entrano nella banca dati internazionale dell’Illuminated Dante Project, permettono di confrontare i reperti con la rilettura trecentesca della cultura classica. Tramite QR code, posto accanto alle digitalizzazioni delle miniature, si può sfogliare l’intero testimone da cui è tratta la decorazione. Inoltre, a complemento del percorso espositivo, disponibile sempre tramite QR-code un video-racconto, a cura del prof. Ferrante e della dott.ssa Autiero, del viaggio di Dante nell’aldilà attraverso le più belle miniature medievali della Commedia.  

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